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Dopo, a seconda della consistenza del bestiame, entro le ore 19.00 si cenava. D’estate dei “Knödel” in tutte le variazioni, d’inverno patate. L’enorme fabbiso- gno calorico fu coperto con piatti molto ricchi (burro, grasso). Verso le 20.00 già si andava a letto, quindi il tempo passato insieme nella stube era assai limitato. I giorni non si distinguevano molto, tranne la domenica, quando si andava a messa. La domenica era anche libera dal lavoro giornaliero, solo i lavori più urgenti venivano eseguiti. Accanto alla porta d’ingresso è appesa la cordicella della campana di casa (usata soprattutto per avvertire la gente nei campi che il mangiare era a tavola), che è montata sul frontone della casa. Con la campana si richiedeva aiuto ai vicini in caso di pericolo e fuoco. Per via del camino aperto e le candele (più tardi con il petrolio) il peri- colo di fuoco era onnipresente. Il fuoco era un pericolo catastrofico per l’esistenza. Le possibilità di spegnere il fuoco in case completamente di legno era limitata e dipendevano dall’aiuto dei vicini. Per proteggere almeno il bestiame furono eretti dei muri tra la parte abitata e la stalla o l’aia. Più tardi fu reso obbligatorio per legge. Assicurazioni su fuoco e altri sistemi di risarcimenti arrivarono più tardi. Nella stanza a destra del passaggio per la stalla si trovava la dis- pensa, che verrá nominata più volte nella visita. Adesso vi si trova l’amministrazione e la direzione del museo e non fa parte della visita. 13